Percezione del rischio e del pericolo in montagna

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Quando si parla di sicurezza in montagna, la prima distinzione fondamentale è tra rischio e pericolo. Si tratta di due concetti diversi, che non vanno confusi: il pericolo è l’elemento oggettivo presente nell’ambiente (nebbia, un pendio instabile, un temporale), mentre il rischio è la probabilità che quel pericolo diventi dannoso per noi, in relazione alle nostre scelte e al nostro comportamento.

Chi arriva dalla città si trova improvvisamente immerso in un contesto diverso, fatto di silenzi, natura e stimoli sensoriali unici. Ma proprio questa differenza può abbassare la soglia di attenzione: ciò che trascuriamo in città può diventare critico in montagna. Essere consapevoli di questo passaggio è il primo passo verso la sicurezza.

Strategie per migliorare la percezione

Per aumentare la consapevolezza e ridurre i rischi in montagna, è utile allenare i sensi e la capacità di osservazione.

  • Osservazione attiva: scrutare con attenzione il terreno, il meteo e l’ambiente circostante, anche con l’aiuto di strumenti come i binocoli.
  • Verbalizzazione: condividere le proprie impressioni con i compagni aiuta a distinguere ciò che conta da ciò che è secondario.
  • Gestione del tempo e delle distanze: non avere fretta di decidere, concedersi margini per valutare con calma e mantenere sempre una comunicazione chiara nel gruppo.

Come ricordava Werner Munter, grande esperto di sicurezza alpina, è l’attenzione e non la tecnologia a fare la differenza: serve passare da un approccio “High Tech” a uno “High Brain”.

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Pericoli diretti in montagna

La nebbia o il buio possono rendere difficile orientarsi, far sparire i riferimenti visivi e falsare la percezione delle distanze. In questi casi:

  • controlla costantemente il meteo e il terreno,
  • mantieni aggiornata la tua posizione sulla carta,
  • approfitta di ogni schiarita per orientarti meglio.

Se la visibilità diventa critica, meglio tornare indietro o, in casi estremi, fermarsi e bivaccare in sicurezza.

Perdita di calore

Freddo, vento e pioggia possono portare rapidamente a ipotermia. I meccanismi di dispersione del calore (irradiazione, conduzione, convezione ed evaporazione) si sommano agli effetti della stanchezza e dell’abbigliamento inadeguato. Vestirsi a strati, mantenere asciutti i vestiti e ridurre al minimo il contatto con il terreno freddo sono strategie vitali.

Fulmini

I temporali in quota rappresentano un pericolo concreto. Alcune regole fondamentali:

  • scendere rapidamente di quota ed evitare creste o cime,
  • mantenere almeno 10 metri di distanza tra i membri del gruppo,
  • non fermarsi sotto alberi o vicino a strutture metalliche,
  • ripararsi in rifugi, bivacchi o strutture chiuse, lontano da pareti e ingressi,
  • tenere i piedi uniti e accovacciarsi su materiale isolante in mancanza di riparo.

Pericoli indiretti in montagna

Oltre ai rischi immediati, esistono fattori indiretti che possono compromettere la sicurezza:

  • forti venti, che possono far perdere l’equilibrio o provocare caduta di rami,
  • piogge intense, che causano smottamenti e terreno instabile,
  • ondate di calore, con conseguente rischio di colpo di sole o disidratazione.

Questi elementi, pur non agendo direttamente sull’escursionista, modificano l’ambiente circostante e lo rendono più insidioso.

Consigli pratici per la sicurezza in montagna

La preparazione è parte integrante della sicurezza:

  • porta sempre l’equipaggiamento adatto (vedi la nostra guida su Cosa mettere nello zaino da trekking),
  • valuta bene il tuo livello di allenamento rispetto al percorso scelto,
  • informati sulle previsioni meteo e aggiorna costantemente il tuo orientamento,
  • non sottovalutare mai la percezione soggettiva del rischio: se qualcosa ti mette a disagio, ascolta il tuo istinto.

Conclusioni

La sicurezza in montagna non è mai scontata: richiede preparazione, consapevolezza e rispetto per l’ambiente. Riconoscere i pericoli, gestire il rischio e mantenere alta la percezione sono abilità che si allenano con il tempo e l’esperienza. Le Alpi Apuane, così come ogni altro ambiente montano, regalano emozioni uniche a chi sa affrontarle con attenzione e responsabilità.

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Massimiliano Ceragioli

Massimiliano Ceragioli, Guida Ambientale Escursionistica e appassionato di montagna dove svolge molteplici attività: scialpinismo, cascate di ghiaccio, arrampicata e alpinismo d’alta quota. La passione per la montagna da sempre lo ha accompagnato lungo le sue vie in ogni stagione dell’anno e l'ha portato a diventare Guida Ambientale e a svolgere anche attività come tecnico del Soccorso Alpino Nazionale.

Massimiliano Ceragioli
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