Apuane e neve: una convivenza sempre più difficile
Le Alpi Apuane sono una catena unica nel loro genere: montagna vera, aspra, incisa, e allo stesso tempo vicinissima al mare. Una geografia così particolare le espone a contrasti climatici fortissimi. I versanti nord, più riparati dal sole e più esposti alle correnti fredde, mantengono ancora un carattere invernale marcato. Quelli sud, invece, subiscono maggiormente l’influsso mite e umido del Tirreno, che accorcia in modo evidente la durata del manto nevoso.
Negli ultimi anni questa differenza si è amplificata, rendendo la neve sulle Apuane un fenomeno sempre più raro, intermittente e difficile da “cogliere”.
Neve che arriva… ma dura sempre meno
Non è insolito che le Apuane ricevano nevicate anche abbondanti, soprattutto quando si combinano aria fredda in quota e umidità proveniente dal mare. Il problema, oggi, non è tanto la quantità di neve che può cadere, quanto la sua permanenza al suolo.
Cosa un tempo restava compatto per settimane, adesso viene cancellato in pochi giorni — quando non in poche ore.
Le cause principali sono legate a due fattori dominanti.
Apuane viste dalla cima della Pania
Le piogge sciroccali: da risorsa a minaccia
Un tempo le perturbazioni sciroccali potevano rappresentare un’opportunità per alcune attività alpinistiche: neve trasformata, condizioni più stabili, ricarica idrica.
Oggi, invece, la loro frequenza e intensità eccessiva sta diventando l’elemento più devastante per l’inverno apuano.
Lo scirocco porta con sé:
pioggia calda direttamente sulla neve
rialzi termici improvvisi
umidità elevatissima
venti meridionali che accelerano lo scioglimento
Sono proprio queste “scaldate improvvise” a cancellare in 24–48 ore ciò che la montagna aveva ricevuto con tanta fatica. Un tempo erano episodi sporadici. Oggi, purtroppo, rappresentano la normalità climatica.
Temperature più alte, gelate rare e… i “buchi di foehn”
Gli ultimi inverni mostrano temperature medie più alte di 1–2°C rispetto alle serie storiche. Un dato che sembra piccolo, ma che in montagna cambia tutto.
Le conseguenze dirette sono:
gelate notturne meno frequenti, quindi neve che non compatta
manto nevoso più umido e pesante, molto meno stabile
quota neve che si alza, spesso oltre i 1400–1500 m
A complicare ulteriormente il quadro ci sono i sempre più frequenti “buchi di foehn”: finestre secche e calde, generate dall’effetto favonico, che possono asciugare interi versanti in meno di 24 ore. Un vento caldo e secco che entra improvvisamente e porta:
umidità in rapido crollo
innalzamento termico improvviso
sublimazione della neve
fusione rapidissima del manto
In pratica: la neve riesce ancora a cadere, ma non riesce più a restare.
Rifugio Rossi 02/02/2021
Cosa significa per escursionisti e ciaspolatori?
Le Apuane non sono mai state un terreno semplice per le attività invernali. Se l’escursionismo rimane possibile a quote più basse, bisogna ricordare che non è solo la neve a creare difficoltà: il ghiaccio, soprattutto nei boschi, può diventare insidiosissimo perché spesso nascosto dalle foglie.
Per quanto riguarda le ciaspole, il loro utilizzo si è fatto estremamente limitato. Oggi sono pochi i percorsi che offrono terreni sicuri e con pendenze adeguate.
Uno dei più adatti resta:
Careggine – Vianova, partendo dagli impianti sciistici della Garfagnana fino in prossimità della Finestra del Monte Sumbra. Un itinerario breve e piacevole quando la neve è presente e consolidata.
Fuori da queste rare condizioni, la combinazione tipica apuana — pendenze forti, canaloni, esposizioni variabili — rende la ciaspolata un’attività praticabile solo in situazioni davvero ottimali.
Il futuro: adattarsi a una nuova normalità
Non possiamo fermare il cambiamento climatico dal nostro sentiero, ma possiamo imparare a riconoscerlo e interpretarlo. L’inverno sulle Apuane non è scomparso, ma è diventato più breve, più irregolare, più difficile da programmare.
Le “finestre buone” esistono ancora, ma durano meno.
Oggi, più che mai, servono:
flessibilità nelle date
attenzione alla meteo di breve termine
conoscenza dei versanti che meglio conservano la neve
capacità di valutare condizioni che cambiano da un giorno all’altro
La buona notizia è che, quando la neve c’è, le Apuane restano una delle montagne più affascinanti e scenografiche d’Italia. Serve attenzione, esperienza e una lettura fine del territorio: qualità che oggi fanno davvero la differenza.
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Se desideri vivere un’esperienza invernale autentica, le ciaspolate dell’Appennino settentrionale restano al momento la soluzione più affidabile: quote più elevate, ambienti più continui e una minor pendenza rispetto alle Apuane. Durante l’inverno organizzo uscite dedicate, perfette anche per chi vuole iniziare o per chi vuole migliorare la propria tecnica.
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Massimiliano Ceragioli
Massimiliano Ceragioli, Guida Ambientale Escursionistica e appassionato di montagna dove svolge molteplici attività: scialpinismo, cascate di ghiaccio, arrampicata e alpinismo d’alta quota. La passione per la montagna da sempre lo ha accompagnato lungo le sue vie in ogni stagione dell’anno e l'ha portato a diventare Guida Ambientale e a svolgere anche attività come tecnico del Soccorso Alpino Nazionale.
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